31 gennaio 2009

Niente tagli allo sport, ora una legge per sostenerlo

Lo sport italiano può tirare un sospiro di sollievo. Con il «decreto anticrisi», diventato legge martedì al Senato, i contributi destinati al Coni, fortemente decurtati nella Finanziaria 2009, sono stati reintegrati ricorrendo ad un lieve aumento del prelievo fiscale a carico delle new slot machine. Anzi, se tutto andrà liscio, a fine anno i milioni per lo sport potrebbero crescere rispetto ai 450 concessi negli ultimi anni.

Lo sport italiano può tirare un sospiro di sollievo. Con il «decreto anticrisi», diventato legge martedì al Senato, i contributi destinati al Coni, fortemente decurtati nella Finanziaria 2009, sono stati reintegrati ricorrendo ad un lieve aumento del prelievo fiscale a carico delle new slot machine. Anzi, se tutto andrà liscio, a fine anno i milioni per lo sport potrebbero crescere rispetto ai 450 concessi negli ultimi anni. Bisogna dare atto al sottosegretario allo sport, Rocco Crimi, di aver mantenuto la promessa di trovare soluzioni alternative per recuperare quanto tagliato dalla Finanziaria, così come va dato atto al Coni di aver gestito nel modo migliore la situazione, riuscendo a rappresentare con efficacia davanti al Governo le ragioni dello sport. Vi fosse stata davvero la temuta decurtazione del 24.4% del contributo, tutto il nostro sport sarebbe stato messo a rischio, in particolare la base della piramide sportiva. Quei 450 milioni che ogni anno lo Stato assicura più o meno al Coni possono sembrare molti, ma così non è, perché servono a far girare l’intero sistema, ripartendosi in una molteplicità di destinazioni fino ad arrivare sul territorio. Volendo tradurre in numeri percentuali, si può dire che il finanziamento pubblico allo sport alla fine risulta così suddiviso: il 45.5% al Coni per il funzionamento della sua rete organizzativa, il 49.2% alle Federazioni, il 4.0% agli Enti di promozione, lo 0.7% ai Gruppi sportivi militari, lo 0.5% alle discipline associate. Si tratta, quindi, di una coperta già abbastanza corta, fattore che talvolta costringe i membri della stessa “famiglia” a discutere, nel timore di essere quelli più esposti a restare con i piedi al freddo. Sapere poi che non vi è certezza di finanziamento non migliora le cose. Non c’è, al momento, una legge che stabilisca come e quanto debba essere sostenuto lo sport nazionale, nelle sue molteplici espressioni. Così ad ogni fine anno, quando si vara la Finanziaria, lo sport passa sotto la scure dei possibili tagli, e ci si deve impegnare per fare capire al Parlamento, ma anche al Paese, che lo sport è risorsa e non spreco, e che tagliare ancora la famosa coperta non si può. Sarebbe tempo di sottrarsi a tale aleatorietà, disegnando quella legge quadro che manca da sempre, che fissi diritti e doveri del mondo sportivo, che sciolga quei nodi di competenze creatisi negli ultimi decenni, che garantisca meglio l’ordinato sviluppo di quella «novità» che si usa definire sport per tutti o sport di cittadinanza. Uno sport, cioè, che si faccia carico anche di nuovi e importanti compiti, come la tutela della salute dei cittadini, l’educazione, l’integrazione sociale, la prevenzione delle molteplici marginalità sociali (giovani e anziani in primo luogo…).

L'angolo del Presidente

Niente tagli allo sport, ora una legge per sostenerlo

Massimo Achini

Presidente Nazionale